Iniziamo col dire che finora i lavoratori capoverdiani, non hanno mai goduto della tredicesima mensilità.
C’è stata però la promessa del Governo di istituirla a partire proprio da quest’anno.
Ora, a poco più di un mese dal Natale, il ministro delle finanze ha fatto una dichiarazione, dicendo semplicemente:
“Quella della tredicesima, è una questione superata; non ci sono soldi per attribuire questo “sussidio“. – ha aggiunto poi che – “Non è moralmente accettabile attribuire questo “sussidio” quando molti Paesi che aiutano Capo Verde, a causa delle difficoltà economiche stanno privando i propri cittadini di questa “regalia”.”
La crescita economica del Paese dovrebbe essere almeno al disopra del 15%, per poter affrontare la spesa della tredicesima mensilità, mentre negli ultimi anni è stata sempre intorno al 6,5% e le previsioni per il 2013 non sono rosee …
Che dire? Forse il Governo aveva fatto questa promessa contando sui soliti aiuti dall’estero per mantenerla ed ora a causa della crisi si è visto chiudere qualche rubinetto e non ce la può fare da solo?
E questa ministra che parla di regalie e sussidi?
E soprattutto questi capoverdiani che non si sforzano neanche un minimo per lottare per i propri diritti?
Già, qui le proteste si fanno solo quando viene cancellato un festival, ma una notizia come questa lascia assolutamente indifferenti. Anzi, sono sicura che la maggioranza della gente non sapeva neanche di questa promessa che gli avrebbe fatto entrare in tasca una doppia mensilità a dicembre … eppure stanno incollati alle TV a vedere un telegiornale che dura un’ora, ma lo guardano più che altro per sapere com’è andata la tal festa sulla tal isola 🙂
Lo sappiamo che tutto il mondo è paese come si suol dire, sappiamo anche che in Europa le cose non vanno molto meglio e che i Governi sbagliano, rubano, intrallazzano e quant’altro, ma quello che io voglio dire è che qui siamo agli albori, siamo al punto in cui tanti diritti non sono ancora stati conquistati e quindi si dovrebbe vedere nel popolo, qualcosa come un fermento, un’ansia di arrivare, una voglia di lottare … ma non si vede! Si percepisce un’apatia, un disinteresse generale, una mancanza di volontà troppo radicata.
Per come siamo messi, credo che ci vorrà parecchio tempo ancora per raggiungere un buon livello di sviluppo, intanto lasciamoci vivere come fanno loro e non ci pensiamo, questa è la filosofia!!!
all’indirizzo qui sotto, l’intervista di ieri con la Ministra delle Finanze:
http://noticias.sapo.cv/lusa/artigo/15278645.html
Innanzitutto un grande grazie per questi messaggi che trovo molto stimolanti e utili per conoscere C.V.; continua, io li aspetto.
Alcune considerazioni sparse sull’articolo “tredicesima a C.V.”
Riguardo alla percezione di “un’apatia, un disinteresse generale, una mancanza di volontà troppo radicata” è proprio solo una percezione e deve rimanere tale. Stiamo attenti a non costruire, o confermare, su questa percezione un qualsiasi giudizio di merito.
E, subito sopra:”quindi si dovrebbe vedere nel popolo qualcosa come un fermento, un’ansia di arrivare, una voglia di lottare…ma non si vede!”
Forse che la storia di ogni singolo individuo, come di ogni singolo popolo, non ha nessuna importanza nel definire carattere, personalità, visione del mondo, filosofie, ecc.. di ognuno di noi e di ogni popolo?
Per semplificare e rimanendo strettamente inerenti a questo aspetto della storia di ognuno, se guardiamo dentro la nostra storia (di europei?) vediamo schiavisti e colonizzatori; se guardiamo la storia di altri (i capoverdiani, fra i tanti) cosa vediamo? Popoli schiavizzati (dagli schiavisti) e colonizzati (dai colonizzatori). Ripeto: è una semplificazione! Ma comunque qualche differenza deve pur averla creata.
Anche se…a voler considerare il nostro (di europei?) presente, mi risulta che qualche somiglianza esiste fra noi, europei di oggi e capoverdiani di oggi: mi risulta difficile, oggi, vedere, in noi e nel nostro (europeo?) popolo qualcosa di simile a “un fermento, un’ansia di arrivare, una voglia di lottare”, almeno non nella misura da produrre un cambiamento fra i nostri ”panni sporchi”, di cui ben accenna l’articolo.
Di nuovo grazie, Bruno
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Ciao Bruno, è certamente come tu dici, il passato di un popolo schiavizzato e colonizzato fa la differenza. Le origini, l’appartenenza ad una certa area geografica, la storia, tutto questo caratterizza i vari popoli.
Infatti io racconto com’è qui, non faccio assolutamente una colpa a questa gente di essere così, né li giudico, riporto semplicemente dei fatti.
Non puoi comunque farmi un paragone con il nostro presente di Europei, perché, proprio guardando dentro la storia, vediamo e sappiamo bene che quando eravamo in fase di ascesa, abbiamo lottato e partecipato e sofferto per ottenere i diritti e per arrivare al livello tanto agognato. Ora siamo in fase di decadenza, e questo è sempre accaduto basta leggere la storia di tutte le grandi civiltà.
Ma la gente in Europa non è mai stata in attesa degli aiuti dall’estero, si è sempre rimboccata le maniche, ha emigrato, ha studiato, ha imparato, ha lavorato, ha gridato nelle piazze, ha rivendicato i suoi diritti ed imparato a compiere i suoi doveri!
Questo è quello che in questo popolo non si vede, non è una critica, perché è un popolo diverso dal nostro ed è il loro modo di agire. Ma essendo un paese in via di sviluppo, arriverà il momento in cui si sveglieranno e incominceranno ad interessarsi a tante cose che per loro sono importanti ma ancora non lo percepiscono. Ci vorranno ancora un paio di generazioni perché siano pronti.
Il fatto che abbiano un passato di schiavitù, non sarà più tanto determinante e quando avranno acquisito più cultura ed esperienza si faranno sentire eccome 🙂
Vedi Bruno, non è mia intenzione criticare o giudicare un popolo, io mi propongo solo di raccontare come vivono, cosa fanno, quello che gli piace e quello che vogliono. Dovrebbe solo servire per far conoscere un po di più i capoverdiani alla gente che a Capoverde di vuol venire e magari si interessa anche di questi aspetti oltre che delle splendide spiagge 😉
Ovviamente il mio pensiero deve trasparire dagli articoli e questo dovrebbe creare l’occasione per discuterne. Non sono molte le persone che amano addentrarsi in discussioni pubbliche, quindi è sempre un vero piacere trovare chi come te espone le sue idee e ti ringrazio per questo.
alla prossima
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Ciao Luisapini,
da qualche mese sto organizzandomi per un soggiorno a Cabo Verde: il biglietto aereo c’è, un tetto, un letto e un angolo cottura sono prenotati, come pure il visto consolare. Spero di trovare anche sole, caldo -ma non troppo-, spiagge e mare e tutte le altre meraviglie che vengono attribuite a questo arcipelago. Molti dei tuoi articoli, come le informazioni di altri siti, mi sono serviti per mettere a punto queste cose “tecniche”. Grazie! Per quanto concerne gli aspetti della natura devo solo aspettare e…vedere.
Ma c’è una cosa che posso fare già da qui, e che difficilmente altri siti, video su youtube, ecc…mi danno la possibilità di fare: incominciare a riflettere sulle persone e sulle situazioni sociali che via via incontrerò.
Per questo ho definito i tuoi articoli stimolanti: mi stimolano ad una riflessione, che per me è di fondamentale importanza per non rischiare l’osservazione e condivisione di una realtà del tutto sconosciuta, basandomi soprattutto, o esclusivamente, sui luoghi comuni, sugli stereotipi, sui pre-giudizi. E, per di più, degli altri: ho già i miei e mi bastano.
Così, se a volte nei miei scritti può trasparire qualche giudizio (meglio: pre-giudizio, in quanto me lo sono costruito prima di conoscere personalmente e direttamente), non c’è nessuna volontà da parte mia di formularlo. Una volta si parlava di “incomunicabilità”; io preferisco pensare che si tratti solo di una “difficoltà” ad esprimersi e a comunicare.
Fatta questa premessa, vorrei raccontare quello che mi ha colpito l’attenzione e mi ha aiutato a riflettere: a un certo punto, parlando dell’ europeo, hai scritto: ha emigrato. Beh! Se l’emigrazione è considerata una delle realtà che esprimono la volontà di migliorare la propria vita, non è certo ai capoverdiani che manca. Mi pare di aver letto su qualche sito che la maggioranza della popolazione si trova sparsa per il mondo. Tra parentesi mi sembra di poter pensare che, in generale, la forza di volontà per lottare, lo spirito di reazione alle avversità, e così tanti altri caratteri, vengano da questa popolazione espressi e vissuti al massimo livello anche superiore , se possibile, a quello degli emigranti europei dell’epoca. In fondo questi ultimi si spostavano su navi di linea; in alcuni momenti, quando conveniva, i governi stessi propagandavano e incoraggiavano l’abbandono della propria terra con tutta una serie di incentivi. Non Penso che sia il caso di elencare tutte le drammatiche difficoltà che deve affrontare un emigrante, oggi; capoverdiano o di qualsiasi altro paese. Ad “occhio nudo” tante capacità non si vedono, ma ci sono; le stanno praticando tanti (la maggior parte) capoverdiani che hanno scelto di “lottare” per vivere una vita degna, loro e le loro famiglie, andando lontani dalla propria terra. C’è piuttosto da chiedersi perché hanno dovuto e voluto farlo. Certo la realtà che tu vedi a Cabo Verde è del tutto diversa, la percezione che hai è che i capoverdiani manchino di alcuni caratteri che consideriamo importanti. Ma è perchè quelli dotati di “forza di volontà” stanno lottando lontano: non si vedono ma esistono. A volte succede che li vediamo, ma non ci accorgiamo che stanno lottando per migliorare le loro condizioni. Certo è impensabile, o quanto meno difficile, scorgere in chi ci importuna perchè vuole lavarci il vetro dell’ auto, o in chi è riuscito ad “intergrarsi” (è così che si dice) una volontà per raggiungere simili mete. Più facile: o essere infastiditi o pensare che è grazie a noi se hanno conseguito un miglioramento della loro vita.
Senza dire di quei capoverdiani che non scelgono o vogliono andarsene lontani, ma che tuttavia lottano tutti i giorni nella propria terra, lavorando duro per pochi spiccioli, e non certo perchè il loro lavoro non garantisca, più o meno lauti, profitti a chi se ne serve.
Mi fermo qui, in tutto ci dev’essere una misura e non vorrei averla superata.
Vorrei che queste cose scritte venissero lette per quello che sono: riflessioni sparse del tutto personali, nel massimo rispetto delle riflessioni altrui, anche se si contrappongono fra loro o portano a cansiderazioni diverse. Così vorrei che, anche se le comunico ad altri, il destinatario (o beneficiario) di queste riflessioni rimanessi, prima di ogni altro, io.
Tanto per dirne una: scrivendo queste cose mi si è aperta una prospettiva che potrà vivacizzare le mie giornate nelle isole, al di là di quella legata ai luoghi e al clima. Vorrei, ad esempio, rendermi conto personalmente, per quel poco che mi sarà possibile, fino a che punto arrivano i miei pre-giudizi e da che cosa sono alimentati. Grazie ancora per aver pensato e per condurre questo forum.Bruno.
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Ciao Bruno,
io spero davvero che tu ci venga per fermarti un po’ di tempo, perché in una vacanza, difficilmente avrai modo di conoscere bene e renderti conto.
Hai ragione circa l’emigrazione, qui tanti sono emigrati per cercare di migliorare la loro vita, e sono per l’appunto quelli che tu dici: ” Ma è perchè quelli dotati di “forza di volontà” stanno lottando lontano” … proprio così, chi ha forza di volontà ha cercato di fare qualcosa, il problema sono quelli che restano, quelli che trovi qui e frequenti tutti i giorni, questi sono i capoverdiani che io vedo tutti i giorni, sono il popolo capoverdiano e le caratteristiche che presentano sono quelle che ho scritto nel post prima.
Ma non voglio dilungarmi più di tanto su questo aspetto, bisogna starci qui, viverci e non passarci 15 giorni, per rendersi conto di certi aspetti. Non sono aspetti negativi, fanno semplicemente parte del modo di essere di questa gente. A volte uno si può anche stizzire per certi comportamenti, ma alla fine si accettano così come sono e si convive benissimo con loro.
Mi permetto solo di fare un appunto al tuo scritto Bruno: Quando dici che nella loro terra lavorano duro per pochi spiccioli …. non è così. Lavorano poco per pochi spiccioli 🙂 E’ vero che sono sottopagati, ma è anche vero che danno veramente poca resa nel lavoro. Vedi, non si rapportano con il lavoro come lo facciamo noi, per loro è solo un mezzo che gli proporziona quel poco che gli permette di vivere; non hanno voglia di sforzarsi per fare qualcosa di più o di meglio. Ci sarebbe tantissimo da parlare su questi argomenti, ma non è semplice farlo per scritto, si rischia di far passare un’idea distorta di quello che veramente si pensa.
Tu verrai a Cabo e se ti ci fermerai, vedrai con i tuoi occhi e ti farai la tua opinione, poi ci racconterai le tue impressioni.
Dove andrai di bello? Voglio dire, che isola?
ciao caro e grazie per i tuoi interventi sempre piacevoli.
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ciao Luisa,
hai ragione, non è facile approfondire queste realtà così complesse per iscritto. Più facile sarebbe a voce, magari davanti ad un bicchiere di vino o, in seconda istanza, di birra…
Spero che ciò succeda. Per il momento ho prenotato un mese a Boavista; da lì penso di muovermi per scegliere altri posti dove continuare la mia fuga dal freddo. Ho tutto da decidere: i luoghi e i tempi. Comunque il mio visto dura tre mesi dalla fine di novembre. Spero proprio di continuare questo dialogo a voce. A presto. Bruno
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Boavista, il massimo turistico di CV in questo momento. Grandi alberghi, grandi complessi turistici, italiani a iosa … non c’è neanche da sforzarsi con il portoghese 🙂
Bellissime spiagge, vale la pena farci una vacanza, ma non vedrai la vera Capo Verde li …
Fai bene a progettare spostamenti per vedere anche altro. Secondo me, un mese a Boavista è tanto, ma è comunque una opinione molto personale, c’è chi ci vive e adora starci; anzi quando sarai in partenza fammi sapere che ti do il nominativo di un amico italiano che ha trovato li il suo paradiso privato 🙂
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Ciao Luisa, grazie per le ultime informazioni. Ti saprò dire al momento.
Ma, nel frattempo, mi è capitato di leggere questo articolo sul sito “ilmanifesto”.it
E’ scritto nello stile del giornalista: in tono ironico, ma descrive mi pare in modo eloquente tutta l’arroganza che ormai da qualche decennio, dopo tutte le nostre lotte, prima ancora rivoluzioni -penso al 1789- ci tocca subire. Beh, almeno può essere di una certa consolazione: non siamo i soli ad essere bistrattati dai potenti.A presto, Bruno.
Ecco l’articolo.
Alessandro Robecchi
17.11.2012
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Domanda: c’era una persona in Italia che all’ora di pranzo di ieri non aveva ancora visto le immagini dei lacrimogeni tirati su un corteo dal ministero della Giustizia?
Risposta: sì, una persona c’era. Per la precisione, il questore di Roma Fulvio Della Rocca che convocava una conferenza stampa per parlare… esatto! Dei lacrimogeni tirati su un corteo dalle finestre del ministero della Giustizia. Forte di questa sua impeccabile preparazione sui fatti, da lui stesso ammessa, Della Rocca ipotizzava che i lacrimogeni, sparati da terra, fossero rimbalzati sulle pareti del ministero e poi riprecipitati in strada. Ma i corsi di formazione per questori dove li fanno, al circo Togni? Diciamolo: il questore di Roma, per essere un genio dovrebbe essere del tutto diverso.
Non diversamente dal suo ministro dell’Interno, signora Cancellieri. Non ha fatto in tempo a lodare la polizia, che le si parava davanti questa mirabolante figura di merda planetaria. Di più: aveva appena tuonato “Facciamole vedere tutte, le immagini!”, che il video del bombardamento dall’alto le è stato servito a colazione. Più che una commissione d’inchiesta, a questo punto, servirebbe un esorcista.
Del resto, l’uso massiccio di lacrimogeni è un must. Prima si allenano in Val di Susa – dove la Asl dice che è meglio non mangiare gli ortaggi contaminati dal gas – poi si divertono a Roma. Gli F35 non ce li hanno ancora consegnati, bombardare dall’alto è un problema, quindi si accontentano dei balconi. Quanto alla ministra della giustizia Severino, si è detta «inquieta e preoccupata». C’è da capirla. Se al piano sopra il mio ufficio fossero appostati poliziotti che sparano lacrimogeni sulla folla, sarei inquieto anch’io: con ‘sti strani rimbalzi ipotizzati dal questore non si sa mai. Come vedete, è tutto sotto controllo, non facciamo allarmismi, non agitiamoci. La nostra fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine resta ben salda. Ora si individueranno i responsabili. Vi informeremo prontamente sulle loro meritate promozioni.
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Ahahah, bellissimo l’articolo di Robecchi!! E che dire della spiegazione del Questore? L’immagine dei lacrimogeni che rimbalzano sul muro per poi ricadere in strada … fa rimanere letteralmente a bocca aperta! Della Rocca in materia di arrampicarsi sui vetri non è secondo a nessuno davvero.
Questi incredibili personaggi pensano di poter prendere per i fondelli il prossimo impunemente e non conoscono neppure la vergogna, perché non gliene frega niente di tutte le figuracce che fanno.
Ahimé, è da un po di anni che stiamo dicendo “stiamo toccando il fondo” … ma questo fondo, quanto ancora in basso dobbiamo andare per toccarlo e riuscire a risalire?
Grazie per il post Bruno.
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ciao LU,hai voglia quanta strada c’è da fare,hanno tutto un modo di vivere
alla giornata,e chi ha il lavoro viene anche un po sfruttato,forse al ministro conviene lasciare i capoverdiani ignioranti su questi diritti,gli da un contentino e poi li imbroglia come vuole,tutto il mondo è paese.ciao LU ti mando ungrande bacio.
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Si Rita, forse un anno è poco, ma in effetti, chi compra per costruire, dovrebbe già essersi fatto i conti non credi? Per quanto riguarda i finanziamenti, non credo sia lo Stato che qui dovrebbe intervenire, per questo esistono le banche, che sicuramente prestano il denaro per la casa a chi ha un lavoro, anzi, hanno anche qualche agevolazione mi pare.
Poi, esiste un altro aspetto: c’è chi compra il terreno per rivenderlo guadagnandoci naturalmente, ed aspetta per specularci, attendendo che si rivaluti … ma se le zone rimangono sempre in questo stato, come faranno a rivalutarsi? Tu ti fai una casa qui, con tutti i crismi, e poi aspetti anni e anni perché ti facciano una strada … e poi esci dalla porta e vedi solo specie di ruderi grigi che sono una quantità di case abbozzate e mai finite … davvero brutto da vedere. In questo modo la zona non si rivaluta e il municipio non ha nessun introito, dovrà sempre accontentarsi di quel minimo … Per tutte queste ragioni, io credo che prendere la decisione di far rispettare la legge dei tempi di costruzione non sia sbagliato. Se uno ha il terreno e non vuol costruire perché aspetta che arrivi un allocco che glielo paga 10 volte il suo valore, messo davanti al pericolo di perderne la proprietà … vedrai che si deciderà a vendere o a costruire 🙂
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