Mentre il governo esulta magnificando i risultati del turismo a Capo Verde, esce sul giornale “La Semana” un articoletto direi interessante …
L’Hotel Crioula dell’isola di Sal, uno dei villaggi turistici più conosciuti e frequentati dai turisti, di proprietà italiana, non paga i contributi per il personale!!!!
Avendo scoperto questa cosa, l’INPS cosa decide di fare? Si rivale sull’azienda per avere i soldi dei contributi ed applica anche una sonora multa? Nooo, più semplicemente decide di sospendere l’assistenza sanitaria a tutto il personale!!!
Dunque, risulta che i lavoratori si vedono gli stipendi regolarmente decurtati dalla loro quota contributiva, ma ora non possono più usufruire dei servizi erogati dall’INPS perché il proprietario non è in regola con i pagamenti; voglio ricordare che il personale percepisce delle paghe quasi assurde, assolutamente non in linea con il costo della vita sull’isola in questione.
Bella cosa impiantare un villaggio turistico che anni fa gli sarà costato quattro soldi di investimento, assumere personale sottopagato e non metterlo neanche in regola!!!!
Ora i controlli si estenderanno anche ad altre imprese, intanto il sindacato protesta per la decisione presa dall’INPS e speriamo riesca ad ottenere qualcosa.
Non esiste che siano i dipendenti a pagare per colpa dell’impresa …
Ecco il turismo di Capo Verde, per la stragrande maggioranza in mano agli stranieri e in buona parte in mano ai soliti furbastri che sono arrivati qui col solo scopo di arricchirsi sfruttando una popolazione che viveva in povertà e che dal boom turistico non ha avuto nessun beneficio, anzi si è più impoverita grazie all’avvenuto aumento di tutti i prezzi.
Qualcuno sicuramente dirà che succede così in tutto il mondo … può darsi … ma questo non vuol dire che sia giusto e io racconto di quello che succede qui.
L’articolo di oggi: http://asemana.sapo.cv/spip.php?article85624&ak=1
Ciao Luisa, ancora una volta ci rendi partecipi delle cose belle e meno belle che succedono in quello che molti, soprattutto gli addetti dell’industria turistica, definiscono un “paradiso”.
Del resto, chi ha mai detto che il paradiso deve essere un luogo di sole cose belle?
Anche in quello della mitologia cristiana, a cui penso si faccia comunemente riferimento, non esitevano forse proibizioni, serpenti tentatori, e donne e uomini disposti a cedere alle loro lusinghe?
Quindi: niente di nuovo sotto il sole, purtroppo.
Una considerazione sullo specifico del tuo ultimo articolo: è esagerato dire che i “poveri” capoverdiani, dopo secoli di schiavitù e di colonialismo ad opera delle potenze straniere (europee) si trovano oggi, dopo pochi decenni dall’indipendenza, a doversi misurare ancora sul piano economico con gli interessi (il più delle volte improntati allo sfruttamento più disumano) di gruppi stranieri e per di più dall’oppressione di politici locali più sensibili a quegli interessi che non a quelli delle popolazioni a vantaggio delle quali dovrebbero governare?
Anche qui: niente di nuovo sotto il sole.
Ma un motivo di novità mi sembra di intravedere, anche grazie alle tue informazioni: mi auguro che molti dei “disagi” che uno straniero vive nell’incontro/scontro con il mondo “nuovo”, come lo è per molti aspetti quello delle persone di Cabo Verde in relazione alle abitudini e alla cultura di chi viene “da fuori”, trovino una loro ragione d’essere e un loro valore. Non più aspetti di una cultura arretrata che ci si augura possa prima o poi evolversi; magari anche grazie alla presenza dei civilizzati, o sedicenti tali. Ma valori puri e semplici di chi non ha ancora, o non del tutto, impostato la propria vita sulle ragioni del profitto, da raggiungere a qualsiasi costo; anche a costo dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Utopia? Forse. Viva l’utopia.
Cara Luisa, spero di ricevere ancora molti tuoi articoli; mi fanno sentire più vicino a te e ai bei giorni che ho passato a Tarrafal. E per tutto questo ti ringrazio, Bruno
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Caro Bruno, credo anche io che il vivere senza dare priorità alle ragioni del profitto sia utopia. Eppure c’è chi lo fa (per esempio noi due?). Questo mi fa ben sperare per il futuro, che sarà sicuramente un futuro molto lontano, ma mi auguro sinceramente che venga il giorno in cui la gente ricomincerà a vivere secondo natura e riuscirà a dimenticarsi del Dio Denaro, per tornare a godere la vita nei suoi aspetti genuini e semplici. Per ora, accontentiamoci di essere parte di questo mondo folle che sta correndo a rotta di collo verso la propria distruzione e continuiamo a commentare le inevitabili “brutture”.
Il popolo capoverdiano, così come altri popoli dell’Africa, stava bene così com’era, questa gente aveva solo bisogno di qualche aiuto per migliorare le condizioni della propria vita, non era necessario toglierli dalle capanne e mettergli subito in mano il cellulare … ma siamo arrivati noi … e tanto è bastato!!
Sono contenta che Sao Nicolau ti sia piaciuta e che tu ti sia trovato bene qui e ringrazio te per la piacevole compagnia, sperando di tornare ad incontrarci.
Se ne troverai il tempo mi piacerebbe che tu raccontassi qualcosa circa le differenze che hai notato tra le varie isole che hai visitato, perché questa è una delle cose che molti che vorrebbero venire chiedono spesso: “quale isola visitare?”.
Un’altra cosa che mi piacerebbe tu potessi fare è raccontarci qualcosa del “tuo” Brasile … se ne avrai voglia mi farai sapere ed apriremo una sezione apposita 🙂
Grazie di tutto ed a presto
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Il mio “mi piace” è ovviamente per il contributo che dai, cara Luisa, non certo a quello che purtroppo viene descritto.Speravo che almeno Capo Verde fosse esente da certe brutture..ma davvero tutto il mondo è Paese…e se penso che i furbastri, come scrive Danilo, sono in molti casi italiani..grrr…
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Ciao Susanna, come sempre dico, secondo me non esiste un posto che sia un vero paradiso. Malgrado le belle parole delle pubblicità turistiche, qualche pecca la troviamo in ogni luogo credo.
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Danilo tutto ciò che dici e’ vero,e sembra l’esatta rappresentazione di tanti paesi dell’aria Euro.Politici corrotti e gente che non ha lavoro.Quanto tempo ci vuole perchè un paese imploda? Si dice che il limite sia”fin quando si puo’ mettere il piatto a tavola” E allora a Capoverde tutto il magna magna assistito continuera’ gioiosamente fra grog e musica.Perche’ qui’ il piatto a tavola,per fortuna,lo riusciranno a mettere sempre.
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Ciao LU,è brutto dire ke sono italiani,perkè lo sono ank’io ma il lupo perde il pelo ma non il vizio.in germania o in svizzera o in altri paesi dove il popolo vale per il governo questo non succede.non devono permettere di costruire villaggi,senza un controllo da gente dell’isola,altrimenti te ne vai a casa!!!!!
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Ciao Rita, è vero che gli Italiani abbiamo la “palma” da furbetti .. ma non credere che gli altri poi siano questi modelli d’integrità. Il buono ed il cattivo esistono in ogni parte; certo che da italiana, mi spiace vedere tanti connazionali coinvolti in intrallazzi di varia natura …
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brutte storie che se non succedessero sarebbe molto meglio ……. in italia abbiamo qualcosa di simile con gli esodati
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…..è proprio così Luisa Pini, e in molti casi i furbastri sono proprio italiani. Chi viene a Capo Verde scopre (solo se vuole) che esistono diverse Capo Verde: quella che traspare dalle pagine patinate che presentano paesaggi artificiali per turistri distratti, quella strombazzata dalla demagogiga propaganda populista del governo (a volte si ha la sensazione che loro, i capi, vivano in un altro mondo), quella dei funzionari, dei portaborse, degli “addetti”, degli “amici degli amici” e poi ancora quelli “degli amici, degli amici, degli amici” che sono centinaia, viaggiano con auto sempre nuove, di sproprositata cilindrata, e vivono con incarichi vari (??????!!!!!!)all’ombra del sottogoverno o della cooperazione o a capo o impiegati in una sterminata miriade di uffici, enti, associazioni ecc. Poi ci sono loro, i capoverdiani, quelli normali, che francamente non capisco come facciano a tirare avanti con i prezzi (a livello italiano e anche maggiori) di tutto quello che si trova. E tutti sanno pure che una persona che lavora in un negozio di cinesi o qualsiasi altro negozio, guadagna 80 mila escudos (circa 75 euro) e che una donna che lavora in una famiglia a pulire, cucinare ecc ,tante volte non supera i 10 mila escudos un bravo muratore, 13 euro al giorno e un manovale soltanto 6 euro, e quasi sempre senza alcun contributo o ferie o mutua……e di questo però nessuno ne parla. Ah però adesso finalmente parte il festival, strombazzato da mesi, la musica di Capo verde nel mondo, ed è ancora festa, qui è sempre festa, forse per stordire la povera gente, che non pensi troppo…….
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Ah si, meno male che arriva il festival che di tutto ci fa scordare!!!!!
Comunque, tanto per sottolineare qualche differenza tra isola ed isola, qui a S.Nicolau una donna delle pulizie 10 mila scudi non li prende proprio, al massimo ne prende 8 mila. La commessa dei cinesi guadagna 6000 scudi e non 8000 e invece il “pedrero” che sarebbe l’operaio qualificato ne prende 1500 al giorno. Nessuna di queste persone ha alcun diritto a ferie, mutua e quant’altro … però intanto i prezzi stanno lievitando anche qui … e in effetti quando si va a far la spesa uno ci pensa: “ma come faranno a vivere ?”
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Purtroppo la logica delle multinazionali e’ quella di sfruttare la manodopera locale.Succede dappertutto. Marchionne in Serbia paga gli operai 400 euro al mese e ha detrazioni fiscali per cinque anni.Non ci meravigliamo dunque.Al governo di CV interessa di più tutelare un’immagine piuttosto che i lavoratori.Anche in Italia,che rimane un paese fra i più industrializzati del mondo,Mc Donald assume con contratti capestro confidando sulla necessita di lavorare dei nostri ragazzi.Il capitalismo e’ la piaga del secolo.
E sara’ sempre peggio.
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Già, come previsto …. succede in tutto il mondo 🙂
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