Tanti dall’Italia chiedono se c’è modo di lavorare qui, tanti sono venuti, hanno visto, se ne sono andati, non se la sono sentita di prendere una decisione definitiva.
C’è una persona che è spesso intervenuta in questo blog, lei desiderava come tanti, cambiare vita, trasferirsi e riuscire a fare qualche lavoro che le permettesse di mantenersi qui.
Silvia è arrivata a S.Nicolau lo scorso dicembre, ha iniziato a guardarsi attorno, ha fatto una puntata su altre isole, poi ha deciso che le piaceva proprio questa di isola. Fatto questo primo passo, si è procurata un appartamentino in affitto e poi, dopo aver girato l’isola in lungo e in largo ed aver parlato con tanta gente, ascoltando i loro consigli … si è data da fare per trovare un locale perché l’idea che si era fatta era che a Tarrafal ci sarebbe stato bene un nuovo ristorante/bar.
Dopo varie peregrinazioni ha trovato un localino che era già stato un ristorante ed al momento era chiuso. La gestione precedente era di capoverdiani che evidentemente non ce l’hanno fatta a portare avanti bene quell’impresa.
Silvia ha affittato il locale con tutta l’attrezzatura e i primi giorni di Aprile ha aperto al pubblico.
Il locale avrà bisogno di una qualche sistemazione per renderlo più carino ed accogliente, ma lei a poco a poco lo sistemerà, intanto sta lavorando e parecchia gente, sia italiana, che capoverdiana, che turisti di passaggio, è già approdata al suo “Buena Vida” e pare si siano trovati bene, tant’è che molti sono già tornati più di una volta!!
Ancora non è super organizzata, anche perché si sta scontrando con le realtà capoverdiane … non è semplice far lavorare la gente di qui; come ho sempre detto sono molto supponenti e convinti di saperla molto lunga, difficilmente accettano consigli e men che meno ordini … quindi è difficile farsi ubbidire, in più bisogna stargli dietro passo passo, perché anche se gli hai spiegato, loro poi fanno come gli pare …
Ora si sta rendendo conto bene della situazione e credo che a breve riuscirà anche a far funzionare il suo piccolo staff, in modo da raggiungere un’organizzazione migliore.
Silvia è molto attenta ai vari consigli e si da parecchio da fare per riuscire al meglio. Sono sicura che in poco tempo raggiungerà un ottimo livello così come sono sicura che il suo potrà diventare il miglior locale di Tarrafal.
E’ vero secondo me che le donne a volte hanno una marcia in più (non me ne vogliano i signori uomini), ma questa signora ha dimostrato iniziativa, potere decisionale e coraggio da vendere e fosse solo per questo, si meriterebbe un grosso successo!!!
Faccio i miei migliori auguri a Silvia e spero che tanti giovani che dicono di voler venire qui ma si spaventano spesso alle prime difficoltà, prendano esempio da lei 🙂
A volte non è che ci vogliano milioni da investire, a volte con un po’ di determinazione e coraggio, si può riuscire …
E’ tanto che non sento parlare del ristorante buena Vida.
VVisto che tra un po sarò a Tarrafal,mi piacerebbe sapere qualcosa di nuovo,e magari sarebbe interessante aprire un argomento sui ristoranti a Tarrafal e dintorni…che ne dici Luisa??
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Eh caro Beppe, tu hai toccato un tasto dolente!
L’avventura di Silvia al Buena Vida non è andata come speravamo. Da tempo avrei voluto raccontare il seguito della storia, ma non ho voluto invadere la privacy della signora.
Ha lasciato il locale dopo mi pare circa sei mesi. Pare non sia riuscita ad intendersi o a farsi intendere dai capoverdiani, ne come clienti ne come personale. Inoltre si sa che sui pochi italiani che qui ci abitano non è che si possa contare, ci vuole molto di più.
In ogni caso ora il locale ha cambiato nome, è stato acquistato da un capoverdiano che ha lavorato una vita in Olanda e lo ha trasformato in bar e ristorantino tipicamente locale e sembra che lavori abbastanza. Ovviamente non è un locale che possa piacere a noi italiani, ma intanto lui ha sempre un bel via-vai di gente.
Come ho sempre sostenuto, per farcela qui, bisogna inserirsi molto bene con la gente del posto, riuscire ad entrare nelle grazie di quei pochi che contano e non farseli nemici. Bisogna essere umili e ricordare sempre che qui è casa loro, non è facile e non è da tutti, però c’è chi ce l’ha fatta, bisogna partire col piede giusto, avere una gran voglia di fare e saper incanalare gli sforzi nella giusta direzione.
Mi era molto spiaciuto per Silvia perché quando era arrivata ero disposta a puntare forte su di lei per la sua determinazione e la sua simpatia, però forse questo non è bastato 😦
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Prima ancora di Capo Verde, sto conoscendo Luisa, e mi sembra una premessa felice. Mio marito ed io, finalmente pensionabili, ci trasferiremo nell’arcipelago, vedremo poi su quale isola nidificare; mi piace l’entusiasmo di Silvia, che andrò a conoscere immediatamente dopo l’attracco, e conto di incontrare molti di quelli che, come noi, si sentono cittadini del mondo, sebbene originati in Italia ( io più Svizzera…) Tutti i suggerimenti sono graditi, ciao da Anna e Giuseppe
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Ciao Anna, benvenuta nel blog. Sarà interessante leggere poi le tue impressioni una volta approdata su queste isole. Ti aspettiamo!!!!!
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Tanti auguri a Silvia!!!!!! Ha già aperto? E la vogliamo dire una parola su come cucina????? Una cuoca appassionata, capace di belle presentazioni e con esperienza… La conosco da anni, abbiamo lavorato insieme in India
e – che lo dico a fare??? – faccio il tifo per lei…. Certo capisco le difficoltà
“ambientali” ma sono sicura che ce la farà!!!!!
un abbraccio affettuosissimo
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Ciao,ben venga l’iniziativa….ma occhio!I capoverdiani sono molto di piu’ che un popolo molto difficile da capire e con una mentalita’ molto poco aperta alle novita’ e alle volte mancano di umilta’ nell’apprendre da chi forse ne sa piu’ di loro…..una cosa che forse andrebbe corretta.Te lo posso dire io che come albergatore e ristoratore ho visto e passato sulla mia pelle direttamente questo tipo di esperienza.Quindi se vuoi fare qualche cosa per dare a tutti la possibilita’ di parteciparvi….non ne vale la pena.Se fai 100 pretenderanno 101 al prezzo di 100….stabilisci la tua tipologia di clientela come ho fatto io proprio per evitare perdite di tempo e per non far ribassare il mio locale a qualche altro” baruccio da ubriaconi” cosa diffusa a Capo Verde.
L’impegno ce’ e anche la voglia di fare….non perderla mai perche’ mi dispiacerebbe.
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E’ verissimo quel che dici Marco, ed è uno dei consigli dati a Silvia, che sicuramente ne sta già tenendo conto. C’è da dire che bisogna sempre provare in prima persona, perché a volte le esperienze degli altri non ci bastano 🙂 Per questo io credo sia fondamentale avere delle dritte, dei buoni consigli da chi ha già esperienza, ma è soprattutto importante la propria determinazione; mettendosi all’opera ci si misura con l’ambiente circostante e la gente del posto ed è proprio li che bisogna capire con chi si ha a che fare …
Grazie per essere intervenuto Marco, so che Silvia fa tesoro di tutte le voci di coloro che di Capo Verde ne sanno ormai molto .. 🙂
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tanti auguri di tanto successo
io consigli non ne posso dare ……….. però una precauzione si
compra bene e hai già guadagnato in partenza.
come sicuramente sai io di lavoro .. servo bar ristoranti pizzerie quando ti serve fornitura di bibite acque minerali e birre varie
……………………… chiama tell. fax oppue con la rete
hahahaah
tanti ma tanti auguri ancora
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Hai ragione Uccio,infatti devo comprare meglio
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Ho avuto la fortuna di conoscere Silvia nei giorni in cui si stava dando da fare per trovare il “suo” locale. Mi sono meravigliato quando mi ha comunicato, dopo poche settimane che avevo lasciato Tarrafal, che l´aveva trovato ed inaugurato. Sono d´accordo con te, Luisa: Silvia é una persona, una donna, da ammirare e merita tutto il nostro sostegno, anche se, per il momento, solo morale (o virtuale) per la sua determinazione e il suo coraggio. Mi unisco ai voti di un pieno successo e sono sicuro che Silvia saprà destreggiarsi con saggezza e pazienza fra le difficoltá proprie di un ambiente “unico” ed inusuale come Tarrafal e fra le persone di questo, cosí culturalmente e socialmente diverse da quelle a cui un italiano puó essersi abituato nella propria terra d´origine. Chissá che non possano anche queste ultime “insegnarci” qualcosa di bello, che noi non abbiamo o abbiamo dimenticato. In fondo non penso che sia solo il clima di Cabo Verde a farci prendere decisioni cosí radicali per la nostra vita. Viva Silvia, viva Buena Vida: ecco due nuovi motivi in piú per sperare di tornare a Tarrafal.
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ciao Bruno, è un piacere risentirti … Tarrafal ti aspetta!!!! 🙂
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Ma che belle parole! Credo di avere il senso dell’avventura molto sviluppato,ma niente di piu.
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CIAO LU HAI PROPRIO RESO MERITO A UNA DONNA DETERMINATA,APPENA VERRò A TARRAFAL LA PRIMA TAPPA SARà SILVIA.FAGLI TANTI IN BOCCA AL LUPO DA PARTE MIA.T.V.B.
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Dai Rituzza vieni vieni che stamo un po’ insieme!
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Ah Luisa,se non ci fossi dovrebbero inventarti.Un cuore tenero sotto la scorza dura.Sapessi le tue critiche come sono state stimolanti,i tuoi consigli preziosi,il tuo supporto fondamentale.Forse senza di te non ce l’avrei mai fatta.Dicono che le donne sino competitive fra di loro e non fanno gruppo.Una bella occasione per smentire.
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Che stai facendo in internet? Vai subito a lavorareeee!!! 🙂
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cara Luisa ancora una volta mi è sembrato di leggere un post scritto da me!! tutte parole sante!! anche noi siamo venuti senza soldi da investire, ci vuole solo tanta pazienza e soprattutto determinazione… affrontare Capo Verde è come affrontare un matrimonio… o si è convinti e si passa sopra a tutto oppure dura niente… Di sicuro ci si deve credere… Per quanto riguarda la gestione del personale, non ho ulteriori commenti da fare, le parole di Luisa sono assolutamente perfette… Il progetto ha 9 dipendenti e solo due si discostano di gran lunga dalla media… e per fortuna, altrimenti mi sarei già suicidata…
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Si Simabo, la pazienza se non ce l’hai, qui la devi imparare per forza … perché senza pazienza non ci si può vivere!!!
E la determinazione, la sicurezza di voler davvero fare una cosa in questo posto, è fondamentale per iniziare. Mi ricordo un signore italiano che venne e girò parecchio tra Mindelo e Tarrafal … era un ottico optometrista e voleva mettere un negozio di occhiali con la possibilità di farsi misurare la vista … Si è scoraggiato perché non ha ottenuto la certezza che le cose avrebbero funzionato!!! Io gli dicevo che una cosa del genere qui a Tarrafal sarebbe andata bene, poteva anche venderci occhiali da sole, lenti a contatto colorate, di tutto di più … ma lui ogni giorno vedeva un nuovo problema … e questo purtroppo è l’atteggiamento che molti hanno e gli manca un po di spirito di avventura secondo me.
E così, se uno ha bisogno di un paio di occhiali deve correre a S.Vicente …
Evviva la gente come la Silvia a questo punto!!
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scusami ho letto male…il locale lo ha aperto da pochi giorni!
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Si Emanuela, quando tu sei stata qui non c’era ancora, ha appena aperto. Alla tua prossima venuta ci andremo insieme magari a mangiarci una pizza 🙂
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Peccato che non l’ho visto nei giorni che sono stata a Tarrafal! Sarà per la prossima volta!
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