All’approssimarsi delle feste di Giugno, a Praia Branca nell’isola di São Nicolau, c’è grande fermento.
La gente si prepara facendo le prove per la danza del Chuchumbé, che si esegue il giorno di San Giovanni. Due lunghe file di donne e uomini, si dispongono una di fronte all’altra e al ritmo dei tamburi, danno vita ad una coreografia fatta di movimenti sensuali e a volte anche lascivi, accompagnati da battute maliziose indirizzate generalmente agli uomini. Si approfitta di questi momenti anche per fare satira, maldicenze e critiche sociali.
Chi ha qualcosa o qualcuno da criticare, siano cittadini comuni, o politici, o lo stesso governo, va ad affiancarsi ai tamburi e, annunciato da potenti rullii, dà sfogo alle sue lamentele.
Si tratta di una antica tradizione, nata proprio quando la popolazione viveva in schiavitù e non aveva diritto alla libertà di espressione. All’epoca, si inventarono questo modo per riuscire almeno una volta l’anno ad esprimere il proprio pensiero e dar sfogo alle proprie frustrazioni. Era difficile per i tutori dell’ordine arrestare o punire questa gente, perché si trattava di una moltitudine compatta e scatenata.
Questa tradizione fu esportata dall’Africa all’America, durante i viaggi di deportazione degli schiavi, dove prese il nome di Chuchumbé. Ne parla in un libro intitolato “La Musica di Cuba”, l’autore Alejo Carpenter, raccontando che fu molto diffusa in Santo Domingo, Cuba e Messico. Intervenne la Santa Inquisizione, che con la scusa dei movimenti troppo sensuali e delle frasi lascive dei danzatori, mise in atto la sua severa repressione, mandando al rogo quantità di persone.
Anche in Portogallo esisteva una danza molto simile che si chiamava “chegansa” e che Felix Monteiro definì come un ballo plebeo, popolarissimo e lascivo, che fu proibito dall’Inquisizione nel 1745.
Ma, mentre l’Inquisizione si dava un gran daffare per far sparire questa danza “oscena”, nessuno venne a conoscenza del fatto che, in un misero villaggio di un’isola sperduta nell’Oceano Atlantico, continuava ad essere praticata. La gente di Praia Branca non sapeva neppure cosa fosse l’inquisizione e fu così che questa tradizione riuscì a resistere e fu tramandata di padre in figlio arrivando fino ai giorni nostri.
I tempi sono cambiati e questo Paese ha ottenuto libertà di parola e democrazia … ma quando si avvicina il mese di giugno, tutti stanno molto attenti a non far nulla di particolarmente eccentrico o sbagliato, perché temono il fatidico giorno di S.Giovanni, quando chiunque potrà andare al tamburo e mettere in piazza i panni sporchi degli altri.
Può saltar fuori qualunque cosa, si possono udire gli sfoghi di chi non è contento del governo, oppure rimostranze verso il Sindaco o la Giunta Comunale, oppure si può venire a sapere che il figlio di una certa donna non è figlio del marito, o che qualcuno ritenuto onesto, in realtà non lo è … insomma, dalla critica sociale e politica al pettegolezzo, di tutto di più.
L’unico posto al mondo dove ancora si può assistere a questa straordinaria manifestazione popolare è Praia Branca, nell’isola di São Nicolau e vi assicuro che il Chuchumbé è assolutamente pittoresco ed interessante. I locali definiscono questo avvenimento con il nome di “Cola São João “ dove “cola” sta per colla, ovvero una danza (la coladeira) dove i corpi dei ballerini si incollano letteralmente, in movenze sensuali.
Ringrazio il Dr. José J. Cabral della Camâra Municipal di Tarrafal,che mi ha messo a disposizione la sua esperienza in fatto di tradizioni e storia capoverdiane, nonché le ricerche effettuate da Margarida Brito nel 1981.
Il nome della danza è sconosciuto quasi a tutte le persone alle quali ho chiesto.Mi hanno detto che è cosa volgare e cmq che sono tre gg di festa.Nel primo i fuochi,il secondo si mangia e il terzo si balla.Una danza simile si balla anche nei pressi di casa mia il 29 giugno.La cosa che sorprende(anzi non sorprende) è il totale disinteresse per una tradizione unica e che morirà presto.Non capisco dove si appoggi dunque il tanto sbandierato orgoglio capoverdiano.
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Certo, ti ho già detto che qui nessuno sa nulla delle proprie tradizioni e della storia del proprio Paese. A scuola cominciano a studiare da quando i portoghesi se ne sono andati, ma per quanto riguarda prima, l’epoca della schiavitù, le origini ecc ecc … nebbia assoluta!! A parte che anche dopo la colonizzazione … la maggior parte della gente, compreso gli studenti, non sanno per esempio il motivo delle varie feste nazionali. Tu gli chiedi e loro ti dicono: è festa!!! 🙂
Pensa che ci ho messo quattro anni per trovare una persona che fosse al corrente e … non è al corrente di tutto, per esempio per quanto riguarda la festa di Sta Cruz, anche lui non mi ha saputo dire niente.
Comunque, si, questa festa non è che si fa solo a Praia Branca, si tengono feste simili un po dappertutto nell’isola, ma Praia Branca è l’origine e si, sono sempre tre giorni, come quasi tutte le feste qui.
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Ciao Lu mi piacerebbe essere li per fotografare questa festa.prima o poi!!!!!!
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Come al solito Luisa ci dai notizie e riferimenti storici di grande interesse,
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Veramente i riferimenti storici sono ben scarsi …. purtroppo non è facile trovare gente qui che ne sappia qualcosa … 🙂
Devi andarci comunque a Praia Branca per San Giovanni, o mandaci i ragazzi per fare un bel servizio fotografico
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