Interessante intervento di Iva Cabral, storica, nonché rettore dell’Università Lusofona di Capo Verde, la quale asserisce che a 38 anni dall’indipendenza, questo è un Paese senza anima perché non si insegna la storia!!
Ho sempre sostenuto che questa gente non sa niente del proprio passato, storia e tradizioni ed ora mi da ragione proprio un’eminente storica capoverdiana.
Iva Cabral dice che i capoverdiani hanno un complesso riguardo all’Africa, sembra non vogliano ammettere di appartenervi e non vogliono sapere che la popolazione ha avuto origine da un manipolo di schiavi. Così è stato e ci sono migliaia di fatti da conoscere per arrivare fino all’agognata indipendenza, che ha raggiunto questa popolazione originata da schiavi, battendosi coraggiosamente per liberarsi dagli europei.
Ma tutte queste cose non vengono insegnate nelle scuole e la gente, dopo aver ottenuto l’indipendenza, invece di cercare di amalgamarsi con la madre Africa, si è rivolta sempre di più verso l’Europa e gli Stati Uniti, dove per altro non c’è da vedere un futuro, in quanto il futuro se mai sarà proprio l’Africa.
La storica ha anche “bacchettato” abbastanza duramente il governo per via delle rette universitarie sproporzionatamente care, le tariffe di luce ed acqua … anche quelle, troppo alte e poi fa notare che la prima e grande ricchezza di questo Paese è il mare; (forse si riferisce al fatto che il governo, invece di incentivare la pesca, ha dato a cinesi e giapponesi piena libertà di sfruttare questo mare, in cambio di aiuti monetari che sono spariti in breve tempo …)
Mi sembra molto grave questa denuncia del fatto che la Storia non viene insegnata ai giovani e spero che venga presa in considerazione, perché sono dell’idea che se questo popolo vuole progredire, deve cambiare in parecchie cose …
Grazie Luisa che mi dai sempre spunti per approfondire.
Domani e’ la festa dell’Indipendenza.
Un’altra occasione per fare festa ,appunto..
La vera lotta,non si è svolta sul territorio capoverdiano,ma in Guinea Bissau,dove Amilcar Cabral(bello e leninista come il Che) organizzo’ una guerriglia durata un paio di lustri.Centinaia di Capoverdiani hanno partecipato alla lotta armata,ma il merito è soprattutto dei Guineesi.che con attacchi mirati in un territorio ben conosciuto sconfissero per sempre i Portoghesi.
Piccolo antefatto per dire che non sono stati loro gli artefici della liberazione della loro terra,avvenuta a traino della Guinea,e questo un po’ “gli rode”.
Non deve essere comunque facile da accettare di non avere radici,di avere gli occhi chiari e la pelle scura,di essere un ponte fra Africa e Occidente,nient’altro che un ponte.
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Esatto Silvia, fu proprio così. E la Dr. Iva Cabral che ha fatto l’intervento di cui all’articolo, è la figlia del famoso Amilcar Cabral 🙂
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Direi che e’una cosa che spiega il fatto che i capoverdiani etichettino con nomi a parer mio offensivi popoli come i senegalesi o gli angolani ecc.,forse non si sentono provenienti dall’Africa continente ma di fatto e’ di li che vengono……la mentalita’ e’ in ogni caso la stessa degli africani.
Per quanto riguarda costi di elettricita’ e agua e’ chiaro che queste aziende se ne stanno approfittando in modo papale dei consumatori capoverdiani e di tutti noi che abbiamo investito soldi in questa terra ma non essendoci controllo queste aziende fanno quello che vogliono.
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Esatto Marco, loro sono Africani, ma non vogliono esserlo, ed oltre ad essere razzisti verso gli africani, lo sono anche verso i bianchi …
Esistono solo le loro isole, e questo sarebbe anche in un certo qual modo comprensibile (l’isolano è sempre molto chiuso in se stesso in ogni parte del mondo), solo che non avendo cultura, non essendo le scuole in grado di insegnare tante cose …. restano irrimediabilmente indietro e malgrado il loro orgoglio e la loro certezza di saperla molto lunga, alla fine dimostrano di essere molto “vuoti”, non hanno nessuna forma artigianale per esempio, non sanno fare quasi nulla e quello che fanno lo fanno male e si rifiutano di imparare perché sono assolutamente convinti che loro sanno di più e meglio …
Prendono in giro i senegalesi ad esempio, senza rendersi conto che i senegalesi sono commercianti esperti, portano cose a volte anche carine, stoffe, vestiti, oggetti di artigianato, e vendono tutto guadagnandosi da vivere, mentre loro stanno seduti a guardarli e a ridere di loro, poi tornano a casa sperando che la moglie sia riuscita a mettere almeno un pesce nella pentola ….
Mentre la televisione continua a sbandierare la Cultura capoverdiana, loro mandano i figli a scuola e i figli vanno avanti perché promuovono tutti, anche quelli che non hanno imparato quasi niente, arrivano all’università e si credono bravissimi e coltissimi, finché un bel giorno il rettore dell’università fa notare quanto scarso sia l’insegnamento a CV … ma loro di questo non si interessano minimamente 🙂 Intanto mentre ci sono tutti questi laureati, non si riesce a trovare una donna che sappia cucire bene per esempio, un meccanico in gamba, un lattoniere esperto ….. eppure loro sono molto superiori agli africani e non hanno nulla da imparare dagli europei ….
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Tutto vero e molto mportante. Tuttavia penso che più che di volontà di guardare all’Europa e agli Stati Uniti da parte delle popolazioni di Cabo Verde, come del resto di molti altri paesi che sono stati colonizzati, si tratti piuttosto di una “invasività” tuttora attiva dei paesi (ex)-colonizzatori sulle (ex)-colonie. Anche dopo le raggiunte indipendenze formali di queste ultime.
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Anche questo è vero, ma la Sig. Cabral, mette appunto l’accento sul fatto che è importante per loro conoscere, studiare, sapere, proprio anche per questo motivo, per essere poi in grado di non farsi “invadere” anche psicologicamente dai vari portoghesi, italiani ecc ecc.. Una popolazione senza storia, o comunque che non conosce la sua storia, sarà sempre in balia degli altri
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Solo adesso ho scoperto questo blog che francamente mi piace il modo di come si parla di Capo Verde e spero che non sia uno dei tanti blog che passano nel “dimenticatoio”. Leggo che si parla di cultura capoverdiana, di una ricerca spasmodica di identità. Se pure è vero che le gente dell’Africa , portati come schiavi, in queste isole disabitate dagli stessi portoghesi è altrettanto vero che la cultura portoghese ha lasciato la sua storia su queste terre. Una storia che non può essere dimenticata e che va di pari passo con quella dei suoi abitanti. Se vogliamo parlare di integrazione la storia di Capo Verde deve passare da quella portoghese entrambe vanno a braccetto nel bene e nel male, non c’è l’una senza l’altra. Non può essere dimenticata creando una pseudo storia non tenendo conto di quanto l’influenza lusofona abbia inciso su queste terre. Forse Capo Verde dovrebbe partire da queste considerazioni dovrebbe con orgoglio riconoscere le sue origini per vedere nel suo futuro. Questa non è una popolazione senza storia ne ha e molta, forse non si vuole leggere o forse non si vuole riconoscere le origini, basta vedere e “leggere” le numerose testimonianze ancora presenti seppur in grande degrado. Una storia complessa ma il futuro arriva dall’integrazione da quello che è la vera origine con quello che siamo oggi. E’ un argomento complesso che merita una discussione approfondita.Grazie per tutti i commenti che ho potuto leggere
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Benvenuto Alberto,
sono contenta che tu apprezzi il modo in cui si parla di questo Paese, perché parecchi mi hanno accusato di non parlarne bene e mi hanno anche detto che faccio scappare la voglia di venire 🙂
In realtà, io non ho fatto questo blog per fare pubblicità turistica a CV …. ce ne sono centinaia di siti che fanno questo. Io amo raccontare il Paese dove vivo, così com’è, con tutte le sfaccettature piacevoli e meno piacevoli. Il fatto è che il paradiso terrestre dipinto dalle agenzie turistiche, credo non esista in nessuna parte del mondo, i problemi ci sono sempre e detto questo, CV resta un posto dove i problemi non sono così grandi e ci si può vivere davvero bene, soprattutto sulle isole minori che offrono una vita ancora a “misura d’uomo”.
Hai ragione circa la storia che va a braccetto con quella del Portogallo, questa è un’altra delle cose che non studiano a scuola. Gli viene insegnato solo che i portoghesi furono i dominatori, che li colonizzarono e che finalmente grazie a Cabral, riuscirono ad indipendizzarsi ….
Purtroppo ha ragione la dott Cabral di cui parlo nell’articolo, è un popolo che non sa la propria storia e se non accetta le radici africane, neppure ama conoscere i trascorsi portoghesi … questa è la triste realtà di gente che ha a disposizione una scuola di livello davvero molto basso e oltre a questo, non usufruisce neppure della tradizione orale. Gli anziani non hanno granché da raccontare ai giovani, non si è tramandato nulla di generazione in generazione, come invece è successo in molti altri paesi africani.
Non è stato detto che CV è senza storia, è stato detto che i capoverdiani non conoscono la loro storia, e questo è verissimo!!!!
Grazie per il tuo intervento e alla prossima 🙂
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