In occasione della celebrazione della Giornata della Lingua Portoghese, la scrittrice e professoressa capoverdiana Ondina Ferreira, dice la sua a proposito del rapporto che i capoverdiani hanno con la loro lingua ufficiale.
Si sa che la lingua ufficiale è il portoghese ma, si sa anche che per i capoverdiani è solo una seconda lingua perché la loro lingua madre continua ad essere il Creolo, che in sostanza non è una vera lingua ma una sorta di dialetto.
Il creolo non ha una grammatica ed è sostanzialmente un dialetto parlato che poi viene scritto senza regola alcuna, in modo sempre diverso a seconda di chi lo scrive.
La scrittrice ricorda che il portoghese è una delle 20 lingue più parlate nel mondo, tra l’altro, la più parlata nell’emisfero sud e che Capo Verde è in contatto per affari, politica e quant’altro, con una quantità di Paesi di lingua Portoghese, primo fra tutti il Brasile. Risulta che i giovani capoverdiani che stanno studiando o che hanno finito le scuole, non sono in grado di parlare e scrivere correttamente la lingua ufficiale del loro Paese e questo crea difficoltà per rapportarsi con persone di altri Paesi Lusofoni con i quali esistono rapporti commerciali e che potrebbero proporzionare lavoro.
Tutto ciò accade perché i bambini crescono parlando il Creolo e quando vanno a scuola, studiano il Portoghese come se fosse una seconda lingua senza molta importanza, in più contano con un insegnamento di livello molto basso, impartito spesso da maestri capoverdiani che a loro volta zoppicano con il Portoghese. Tutte le lezioni sono tenute in Creolo e al portoghese viene riservato lo spazio che si dedica generalmente ad una seconda lingua nelle scuole medie.
Inoltre, buona parte dei cittadini capoverdiani sono a favore dell’ufficializzazione del Creolo come lingua principale e non amano apprendere bene il portoghese, gli basta capire quel poco che gli serve per vedere la televisione che è poi praticamente l’unica occasione in cui si sente parlare il portoghese qui. Infatti anche negli Uffici Pubblici, negli aeroporti, nei ristoranti e locali vari si parla il Creolo, così come i cantanti che vanno per la maggiore, fanno canzoni in Creolo.
Ondina Ferreira lancia ai giovani l’avvertimento che è deprecabile l’abbandono della lingua ufficiale e che ci sarà solo da pentirsi di non conoscere bene una lingua che nel vicino 2020 sarà parlata da 400 milioni di persone e che sarà veicolo sempre più importante di scambi con altri Paesi, nel campo dell’industria, l’import-export, il turismo,il mercato del lavoro in generale nonché la cultura.
Sono d’accordo con Ondina naturalmente 🙂 Capisco l’attaccamento al loro dialetto che è nato proprio per non farsi capire dai portoghesi che li schiavizzavano, ma ai giorni nostri queste barriere bisogna superarle e basterebbe un piccolo sforzo per arrivare a fare del portoghese la lingua prima, mentre si può conservare il Creolo come dialetto e preservarlo dall’estinzione.
Difficile farlo capire a questa gente dall’orgoglio smisurato, che malgrado aneli essere europea, vede ancora lo straniero come un invasore …

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