Category: Usanze e tradizioni


Siamo a Carnevale, da un mesetto circa risuonano i tamburi, sono le prove per le sfilate del carnevale e quindi ormai ci si è abituati ad avere quel rullio ora sommesso, ora rombante in sottofondo.
Da ieri sono iniziate le varie sfilate: i bimbi degli asili, poi quelli delle elementari, oggi i ragazzi delle superiori; poi di sera le feste in maschera un po’ in tutti i locali e il top sarà tra domenica sera e martedì grasso con le sfilate degli adulti e dei carri.
Tutto normale trattandosi appunto del carnevale e sapendo quanto è sentita questa festa qui a Capo Verde. E Carnevale vuol dire Tamburi!!! Non c’è capoverdiano che riesca a tener fermi i piedi quando sente il ritmo di un tamburo anche da lontano.
Oggi comunque ho assistito ad un episodio che, dopo un attimo di sconcerto, mi ha fatto ribaltare dal ridere: La tamburiata all’Ospedale!
Io abito nei pressi dell’ospedale di Sal Rei, e oggi verso le 5 del pomeriggio ho capito che i tamburi si stavano avvicinando più del solito, al che mi sono affacciata al balcone per vedere di cosa esattamente si trattasse.
Lungo la strada principale si stava avvicinando un corteo di ragazzi e ragazze non mascherati, ma vestiti con magliette multicolori; già da lontano spiccavano quelle macchie rosso vivo, verde acceso, blu e giallo. I ragazzi dalle magliette blu erano i “drum player” che ci davano dentro come pazzi a far vibrare i loro strumenti, dagli enormi tamburi fino ai piccoli tamburelli, creando un ritmo ora cupo ed ora accelerato e gioioso, un incrocio tra il batuco e la samba.
Io affacciata al balcone insieme al mio cane incuriosito e reso frenetico dal frastuono, ho pensato che avrebbero tirato dritto per la strada o che magari avrebbero girato verso la spiaggia … e invece no; improvvisamente ho visto che svoltavano nello spiazzo dell’ospedale ed arrivavano fin davanti la porta principale del pronto soccorso, dove si fermavano, tutti schierati creando una gran macchia colorata sfolgorante sotto il sole.
Si sono fermati si, ma non hanno fermato la musica; si sono trattenuti in quel luogo una mezz’ora circa facendo vibrare i vetri delle finestre di casa mia che si trova dall’altra parte della strada … non oso immaginare i vetri dell’ospedale. Intanto che la musica continuava sempre più assordante, il personale dell’ospedale usciva accennando passetti di samba e ridendo di brutto, sarà sicuramente uscito anche qualche degente di quelli non gravi immagino.
Io ridevo perché comunque anche a me è venuta voglia di muovere i piedi a quel ritmo e intanto pensavo che dappertutto, nelle zone limitrofe degli ospedali vige l’obbligo del silenzio, è vietato suonare i clacson e creare rumori molesti. A Capo Verde è diverso, io credo che se quei liceali hanno fatto la loro performance in questo posto è perché sanno che agli ammalati piace.
Erano scortati dalla Polizia e quindi in piena regola, e conoscendo ormai bene questo popolo posso immaginarmi la gente nei lettini li dentro che sorrideva e ritmava magari con le mani, grata di quella che per loro è senz’altro una ventata di allegria. Si, perché noi possiamo anche apprezzare, ma certamente dopo mezz’ora di quel ritmo ossessivo a volume altissimo … cerchiamo di allontanarci, invece loro no, loro possono stare tutto un giorno e anche una notte intera a saltellare e finché c’è un tamburo ci sarà gente felice intorno a lui.
Loro hanno ragione, loro vivono felici e non si stressano, non si ammazzano di lavoro e si godono la vita contentandosi della semplicità. Sono da invidiare sicuramente. Buon Carnevale!!!

Tra le varie tradizioni di questo Paese, una musica fatta solo di percussioni e una danza piuttosto impegnativa per la quale i capoverdiani impazziscono 🙂 Al Batuko o Batukado si può assistere soprattutto sull’isola di Santiago che è quella che conserva più di tutte le antiche origini africane.
Eseguita per lo più da donne, che si siedono in circolo percuotendo i piccoli tamburi e creando un ritmo sempre più frenetico. A turno una di loro lascia il tamburo ed entra nel circolo per eseguire questa danza dalle movenze decisamente africane. Instancabili ragazze e signore anche di età, possono andare avanti un intero pomeriggio dedicandosi a questo passatempo. 🙂
Il classico movimento del bacino che per loro è così naturale, è in realtà difficilissimo da eseguire e molto faticoso.
Invidia pura!!!! 🙂

8ee1622798ac660e50827ba8cec8c7ef_XLCome ho più volte raccontato, Sao Vicente può essere considerata la capitale della cultura capoverdiana, e proprio qui a Mindelo si è svolto ieri uno dei tanti eventi socio-culturali che si verificano durante l’anno sull’isola: Il “Cavala Fresk Festival”.
La “Cavala” è un pesce molto simile al nostro sgombro, che viene consumato ogni giorno nelle case capoverdiane ed è parte importante della tradizione gastronomica del paese.
In occasione di questo Festival, una trentina circa di ristoranti e trattorie, preparano e presentano i loro piatti di cavala, cucinata in modi sempre diversi ed appetitosi.
Una marea di gente si riversa nelle strade dove sono stati montati appositi banchetti e approfitta per degustare gli invitanti piatti, si può soffermare a vedere come viene preparato il pesce in questa o quella ricetta, passeggia e si intrattiene piacevolmente con amici e conoscenti che si incontrano per strada.
A ravvivare il tutto, l’mmancabile musica e varie attività, come un giro in barca con l’attuazione di cantanti famosi, una sfilata di moda allestita da stilisti locali, una mostra fotografica con soggetti della quotidianità del posto, una sessione di Zumba Dance dove chi vuole può approfittare di una lezione di questa disciplina.
A metà pomeriggio è stato presentato anche un nuovo Francobollo “Cavala Fresk” realizzato grazie ad un’iniziativa di “Mariventos” che è l’associazione organizzatrice dell’evento, insieme con le Poste Capoverdiane.
La festa si conclude nella notte con un grande spettacolo in una delle piazze mindelensi, dove si assiste all’attuazione di diversi cantanti e gruppi capoverdiani.
Una giornata di grande animazione e movimento per i mindelensi e per i tanti turisti ed emigranti che in questo periodo si trovano sull’isola: divertimento assicurato!!
L’evento fa parte delle varie attività volte a promuovere turisticamente l’isola e a far conoscere oltre alla musica anche la cucina tipica del Paese.
Un’ottima iniziativa che si ripete ormai da qualche anno e che coinvolgendo la popolazione crea al tempo stesso diverse occasioni di lavoro e di guadagno, mentre si rivela una bellissima attrattiva per i turisti.


La prossima domenica, 3 di Aprile, si festeggia la cosiddetta “Pascoela”. Non è altro che un proseguimento dei festeggiamenti della Pasqua, che si protraggono fino al 10 di aprile e che comprenderanno oltre a musica e balli tradizionali e non, anche molte attività ludiche e sportive.
Proprio nella domenica di Pascoela, si rinnova un’antica tradizione, quella del “Batizado da boneca” ossia il “battesimo della bambola”.
Come sempre qui a Capo Verde è molto difficile risalire alle vere origini delle varie tradizioni, comunque questa è una cosa che le odierne nonne e bisnonne, raccontano aver sempre fatto fin dalla loro infanzia.
La festa si svolge ancora così come lo si faceva anticamente: Ogni bambina porta la sua bambola e sceglie tra i suoi amici o fratelli, il padrino e la madrina che arrivano alla casa dove si celebra il battesimo, portando il “tabuleiro” un vassoio o tavolino con tutti gli ingredienti per cucinare il “modjo” di S.Nicolau, una zuppa con banana verde, patata dolce, manioca, zucca e quando possibile carne di capra.
Tutti gli invitati a loro volta portano qualcosa di commestibile ed è indispensabile che ci sia una torta e naturalmente tante bevande … Una volta preparate le pietanze ed allestito il tavolo del buffet, si procede alla cerimonia del battesimo della bambola, che viene effettuato da un personaggio che impersona il prete, nei pressi di una croce che viene appositamente collocata.
Ultimata la cerimonia iniziano i balli e i canti mentre i bambini si scatenano giocando e ballando anch’essi nei loro vestitini della festa. Si tratta di una festa in tutto e per tutto uguale ad un vero battesimo, a parte il fatto che non ci si reca in chiesa, e gli invitati al momento di andarsene a festa finita, salutano con calore la “madre” e la famiglia della bambola, facendo loro i migliori auguri  Dopo questo battesimo, la madre della bambola e i padrini, si tratteranno per sempre da “comare e compare”, proprio come avviene nella realtà.
Le donne anziane raccontano che ai loro tempi non c’era davvero niente sull’isola, i divertimenti erano certamente pochi e questa era una forma di divertimento che coinvolgeva tutte le famiglie di uno stesso borgo e anche se si faceva per i bambini, era alla fine, una grande occasione di festa per gli adulti.
Non si sa se sia nata solo così per far divertire una bambina o se abbia radici più profonde, magari a rappresentare un qualche evento battesimale storico; come ho detto è molto difficile qui risalire alle origini perché spesso non esiste nulla di scritto e la tradizione orale sembra essersi persa, in ogni caso a S.Nicolau, soprattutto nel paese di Stanxa d’Bras la gente continua a eseguire il battesimo della bambola la domenica dopo Pasqua.

L’anno passato, in occasione del mercoledì delle ceneri, chiesi ad una ragazza che studia all’università di Praia, come mai qui a Capo Verde il mercoledì delle ceneri è considerato una festa e si festeggia mangiando e bevendo a volontà, mentre secondo la religione cattolica dovrebbe essere un giorno di digiuno e penitenza.
Lei mi rispose che serve per chiudere in bellezza il carnevale, per riposarsi dopo le fatiche di tanti giorni di balli e musica e per cominciare a pensare che Pasqua si avvicina. 🙂
Risposta alla capoverdiana pensai, ma non ci credetti affatto 🙂 così mi presi la briga di indagare e facendo varie ricerche sono finalmente riuscita a risolvere il quesito.
Risulta che anticamente, i portoghesi proprietari di schiavi che abitavano queste isole, essendo cattolici, osservavano i precetti della loro religione. Loro che contrariamente ai propri schiavi avevano sempre parecchio cibo con cui imbandire le loro tavole, il mercoledì delle ceneri rinunciavano a pasti abbondanti, limitandosi a poche cose leggere e per pentirsi dei loro bagordi, avviarono l’usanza di donare agli schiavi ciò che quel giorno non avrebbero mangiato loro.
Gli schiavi (antenati dei capoverdiani), abituati ad un’unico e spesso scarso pasto al giorno, si trovavano il mercoledì delle ceneri, con un’abbondanza abnorme di cibo e naturalmente si abbuffavano e festeggiavano alla grande!
Di qui la tradizione del pranzo festivo, delle abbondanti libagioni e dell’allegria sfrenata nel giorno della penitenza 🙂
I capoverdiani non lo sanno, neanche quelli che vanno all’università, ma dietro ogni tradizione ci deve sempre essere una qualche spiegazione. Mi chiedo spesso perché non gli interessa conoscere queste cose che fanno parte della loro storia ma finora non sono riuscita a darmi una vera e propria spiegazione.

All’approssimarsi delle feste di Giugno, a Praia Branca nell’isola di São Nicolau, c’è grande fermento.
La gente si prepara facendo le prove per la danza del Chuchumbé, che si esegue il giorno di San Giovanni. Due lunghe file di donne e uomini, si dispongono una di fronte all’altra e al ritmo dei tamburi, danno vita ad una coreografia fatta di movimenti sensuali e a volte anche lascivi, accompagnati da battute maliziose indirizzate generalmente agli uomini. Si approfitta di questi momenti anche per fare satira, maldicenze e critiche sociali.
Chi ha qualcosa o qualcuno da criticare, siano cittadini comuni, o politici, o lo stesso governo, va ad affiancarsi ai tamburi e, annunciato da potenti rullii, dà sfogo alle sue lamentele.
Si tratta di una antica tradizione, nata proprio quando la popolazione viveva in schiavitù e non aveva diritto alla libertà di espressione. All’epoca, si inventarono questo modo per riuscire almeno una volta l’anno ad esprimere il proprio pensiero e dar sfogo alle proprie frustrazioni. Era difficile per i tutori dell’ordine arrestare o punire questa gente, perché si trattava di una moltitudine compatta e scatenata.
Questa tradizione fu esportata dall’Africa all’America, durante i viaggi di deportazione degli schiavi, dove prese il nome di Chuchumbé. Ne parla in un libro intitolato “La Musica di Cuba”, l’autore Alejo Carpenter, raccontando che fu molto diffusa in Santo Domingo, Cuba e Messico. Intervenne la Santa Inquisizione, che con la scusa dei movimenti troppo sensuali e delle frasi lascive dei danzatori, mise in atto la sua severa repressione, mandando al rogo quantità di persone.

Anche in Portogallo esisteva una danza molto simile che si chiamava “chegansa” e che Felix Monteiro definì come un ballo plebeo, popolarissimo e lascivo, che fu proibito dall’Inquisizione nel 1745.
Ma, mentre l’Inquisizione si dava un gran daffare per far sparire questa danza “oscena”, nessuno venne a conoscenza del fatto che, in un misero villaggio di un’isola sperduta nell’Oceano Atlantico, continuava ad essere praticata. La gente di Praia Branca non sapeva neppure cosa fosse l’inquisizione e fu così che questa tradizione riuscì a resistere e fu tramandata di padre in figlio arrivando fino ai giorni nostri.
I tempi sono cambiati e questo Paese ha ottenuto libertà di parola e democrazia … ma quando si avvicina il mese di giugno, tutti stanno molto attenti a non far nulla di particolarmente eccentrico o sbagliato, perché temono il fatidico giorno di S.Giovanni, quando chiunque potrà andare al tamburo e mettere in piazza i panni sporchi degli altri.
Può saltar fuori qualunque cosa, si possono udire gli sfoghi di chi non è contento del governo, oppure rimostranze verso il Sindaco o la Giunta Comunale, oppure si può venire a sapere che il figlio di una certa donna non è figlio del marito, o che qualcuno ritenuto onesto, in realtà non lo è … insomma, dalla critica sociale e politica al pettegolezzo, di tutto di più.
L’unico posto al mondo dove ancora si può assistere a questa straordinaria manifestazione popolare è Praia Branca, nell’isola di São Nicolau e vi assicuro che il Chuchumbé è assolutamente pittoresco ed interessante. I locali definiscono questo avvenimento con il nome di “Cola São João “ dove “cola” sta per colla, ovvero una danza (la coladeira) dove i corpi dei ballerini si incollano letteralmente, in movenze sensuali.

Ringrazio il Dr. José J. Cabral della Camâra Municipal di Tarrafal,che mi ha messo a disposizione la sua esperienza in fatto di tradizioni e storia capoverdiane, nonché le ricerche effettuate da Margarida Brito nel 1981.

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Oggi è il 5 maggio e io, dopo tre notti insonni, voglio darvi un’idea di quel che può essere l’energia e la voglia di divertimento dei capoverdiani.

Dunque, il 1 Maggio è notoriamente la festa dei lavoratori. La mattina è iniziata una sfilata impressionante di camion, pik-up, macchine, biciclette e gente a piedi stracarica di masserizie; tutti in direzione spiaggia.
Arrivati a destinazione (la spiaggia più amata per questo avvenimento è Praia Francés, ma anche sulle altre comunque c’è parecchia gente), montano delle specie di tende con teloni di plastica o semplici lenzuola per crearsi almeno un angolo di ombra, posizionano le griglie e mentre i ragazzini giocano in mare, le donne si danno da fare intorno ai fuochi a legna per preparare la cachupa e gli uomini si incaricano di grigliare il pesce. Da ogni macchina esplode musica a tutto volume, sono molto ben attrezzati con casse acustiche ed amplificatori. Le persone vanno di tenda in tenda, scambiandosi saluti, bocconcini e soprattutto bicchierini di grog. La spiaggia è un tripudio di colori, odori e chiasso assordante. Rimarranno in spiaggia fino a notte inoltrata, compresi i bambini piccoli, che non hanno la minima difficoltà a dormire sulla sabbia e a sopportare una lunghissima giornata di mare e sole cocente.

Il giorno dopo, il 2 Maggio, è giorno di lavoro, ma pochi si presentano perché hanno necessità di riposare un poco e smaltire i fumi dell’alcool; è venerdì e poi domani è la festa di Santa Cruz, quindi questa sera si darà inizio ai festeggiamenti … giusto per portarsi avanti 🙂
In una piazzetta nella zona di Alto Funtainha, è già stato allestito un palco con tutta l’attrezzatura per la musica … io inorridisco perché si trova a pochissima distanza da casa mia …

La sera alle 8 iniziano a suonare e ballare, musica da discoteca e quantità di giovani ma anche meno giovani che zompano e intanto bevono a garganella. Alle 6 del mattino dopo, improvvisamente smette il frastuono e io cerco di dormire anche se ormai è giorno fatto.

La mattinata trascorre silenziosa, ma adesso è il 3 di Maggio e quindi a mezzogiorno inizia la vera e propria festa di Sta Cruz. Per tutto il pomeriggio, si avvicendano sul palco personaggi che parlano, intervallati dalla solita musica assordante, poi si procede ad una specie di parodia di un matrimonio, con tanto di finta sposa vestita di bianco e damigelle. Da anni sto cercando di sapere le origini di questa parodia. Il perché, cosa sta a rappresentare il matrimonio in questo contesto, ma niente, nessuno mi ha saputo ragguagliare, si fa e basta :-).
Dopo la pantomima del matrimonio, si prosegue ballando fino a sera e si passa direttamente alla disco che si protrarrà questa volta fino alle 4 del mattino seguente.

E siamo al 4 di maggio. Verso le 11 della mattina iniziano a rullare i tamburi, a me sembra di averli qui in salotto e mi fabbrico due tappi per le orecchie con il cotone (sono due giorni che non si dorme), ma servono a poco, attutiscono appena l’assordante rimbombare di quel ritmo ossessivo ripetuto all’infinito.
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Smettono i tamburi e riprende la musica dal palco della piazzeta … avanti così fino alle 4 del pomeriggio, quando ecco che tornano i tamburi, questa volta accompagnati da una miriade di fischietti. E’ la gente che dalla piazzetta sta scendendo in corteo verso la spiaggia qui davanti a casa mia. Una sfilata davvero pittoresca, dove un uomo cammina e accenna passi di danza, infilato in una barca appesa alle sue spalle con delle robuste bretelle, dal fondo della quale escono le sue gambe saltellanti al ritmo dei tamburi.
Di fianco al corteo corre una miriade di ragazzini e ci sono degli uomini con un gallo vivo in mano …

In spiaggia, il povero gallo verrà sotterrato con la testa fuori dalla sabbia e gli uomini in circolo intorno a lui, cercheranno di colpirlo con delle pietre. Chi riuscirà ad ucciderlo, vincerà il gallo e se lo porterà a casa.
Usanza strana e anche piuttosto violenta … anche qui, non sono riuscita a conoscerne le origini ne le motivazioni, ma neanche la barchetta che cammina … chissà cosa rappresenterà?DSC04313

Mentre si fa il “gioco” del gallo, i tamburi non cessano di suonare e gli strilli e le risate arrivano benissimo fin qui da me. Tramonta il sole, sono le sette di sera ed ecco che si rimettono tutti in marcia. L’andatura della barca è più traballante ma, i tamburi e i fischietti sono a mille e si rifà la sfilata tornando verso la piazza.

Saranno finiti i festeggiamenti? Neanche da pensarci!!!!! Appena arrivano, il Dj riprende la sua frenetica attività e siamo pronti per un’altra mitica nottata!!!

E’ il 5 Maggio, ma qui non sanno chi è Napoleone … 🙂 alle 6 del mattino sto ancora aggirandomi per casa aspettando che il Dj cada stecchito … niente da fare!!!! Smetterà soltanto alle 8 … io sono sfinita e non ho ballato per niente … loro sono ubriachi fradici, ma ancora saltellano intorno al palco, e sembra quasi che gli dispiaccia che sia già finito tutto!!!!

Domani avranno molto da raccontarsi, molte saranno le risate e i ricordi, intanto qualcuno lavorerà anche e tutti si staranno preparando per la prossima festa, che poi non è tanto lontana.

Gente felice, gente allegra, gente capace di divertirsi sempre e ad ogni costo. In fondo credo che vorrei poter essere come loro ma, sono davvero livelli inarrivabili per noi 🙂

La Pasqua a Capo Verde, malgrado sia un paese a grande maggioranza cattolico, non è un importante avvenimento liturgico, ma più che altro è un periodo di 3 giorni di feste assolutamente pagane.
C’è naturalmente chi va in chiesa la domenica mattina, ma qui non esistono le nostre tradizioni tipo la visita ai sepolcri e neppure il venerdì santo è considerato giorno di penitenza.
Al contrario, il venerdì santo è giorno di festa, ossia non si lavora e si da inizio ai festeggiamenti di Pasqua, che consistono in genere in grigliate, cene in famiglia e con amici e avvenimenti musicali e danzanti in qualche locale o all’aperto.
Nel’isola di S.Antao per esempio apre i festeggiamenti domani un gruppo musicale che si chiama Cordas do Sol che è un complesso che qui va per la maggiore; Il municipio ha organizzato una fiera di prodotti agricoli, artigianali e della pesca, in concomitanza con l’intrattenimento musicale che si protrarrà fino alla sera di Pasqua e vedrà coinvolti cantanti e musicisti tra i più gettonati del Paese.
Ci sarà festa comunque in tutte le isole a partire da domani e chi ama ballare, ascoltare musica tradizionale e non, assaggiare tutte le specialità nazionali, abboffarsi di spiedini di maiale e pollo e fare abbondanti libagioni di grog, non avrà che da scegliere a quale festa partecipare 🙂
Per contro, lunedì non è festivo, vai a sapere perché, visto che mi par di ricordare che il lunedì di Pasqua è festivo, in ricordo dell’incontro dell’Angelo con le donne che arrivarono al sepolcro … mentre il venerdì è lutto stretto per la morte di Cristo …
Ma che importano i miei ricordi di catechismo? Tanto qui la religione gliel’hanno imposta e loro se la gestiscono come gli pare 🙂
Buona Pasqua a tutti!!!

http://www.expressodasilhas.sapo.cv/cultura/item/35878-santo-ant%C3%A3o-cordas-de-sol-e-eclips-nas-festas-da-p%C3%A1scoa-no-tarrafal-de-monte-trigo

IL CARNEVALE

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Abbiamo archiviato anche il Carnevale!!
Oggi è una giornata di lavoro, ma tantissima gente deve assolutamente ancora riprendersi dopo quattro giorni e notti di festa scatenata.
A S.Vicente il carnevale forse migliore del Paese, ha coinvolto moltitudini di persone arrivate da ogni altra isola e parecchi turisti di passaggio, che hanno riempito le strade di colore e musica.
L’apertura del Carnevale è come sempre fatta dalle sfilate dei “Mandinga”. Si tratta di gruppi di gente che si dipinge di nero per rendersi simile al gruppo etnico africano che ebbe origine dagli incroci di neri dell’interno dell’Africa, con neri della parte oceanica.

Mandinga a Mindelo

I Mandinga non fanno parte della vera e propria sfilata di carnevale, ma escono in genere un giorno prima sciamando per le strade e annunciando l’imminente carnevale, facendo danze e scherzi vari.

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Il primo giorno sfilano tutti i bambini degli asili e delle scuole elementari, nonché tutti i professori delle varie scuole di Mindelo, portando costumi rigorosamente realizzati con materiali riciclati. Quindi i sacchi di rete delle patate, i cartoni del latte, i bicchieri di plastica, i vecchi CD, i fogli di giornale e così via.

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Finalmente ecco i carri della sfilata; una quantità impressionante di comparse, realizzano in puro stile brasiliano la sfilata diurna e poi, quella notturna, danzando lungo la Rua de Lisboa, trasformata in sambodromo.

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Tantissimo pubblico assiepato lungo tutta la strada, e affacciato a finestre e balconi segue l’evento più importante dell’anno. Bellissimi i colori sgargianti, lo sfavillio dei lustrini, le ragazze sui carri che quest’anno erano dedicati alla mitologia, agli egizi ed ai fiori. Tra un carro e l’altro, oltre le scuole di samba, vari gruppi in maschera ognuno con un suo soggetto differente.
La televisione trasmette in diretta e cerca di fare del suo meglio per far godere anche a chi non ha potuto assistere personalmente, l’allegria straripante dallo spettacolare baraccone 

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Ogni isola ha comunque il suo carnevale che anche se in tono minore, coinvolge pur sempre tutta la popolazione regalandogli tre o quattro giorni di assoluta spensieratezza e puro divertimento.
Oggi è mercoledì e gli uffici pubblici sono ancora chiusi, ma da domani, la vita torna alla normalità e ricominceremo il nostro tran-tran quotidiano aspettando la prossima festa, che comunque non tarderà molto 

Lo so che è presto, ma qui dall’inizio di gennaio si stanno preparando per quella che è la festa in assoluto più sentita, che coinvolge proprio tutti, dai bambini agli anziani e nessuno vuole rinunciarci.

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Il carnevale più spettacolare ed in genere meglio riuscito è quello di Mindelo, ma anche a Praia c’è un bel carnevale.
Esistono gruppi che organizzano la sfilata di un carro, iniziando a prepararsi già dal mese di dicembre, un po sulla falsariga brasiliana.

Proprio oggi c’è sul giornale un articolo dove la presidente di un gruppo di Mindelo dichiara che sta facendo il giro di tutti quelli che possono sponsorizzarla, sia in Capo Verde che all’estero, perché lei deve riuscire assolutamente a vestire “i suoi ragazzi”.
La sfilata che sta organizzando questo gruppo che si chiama “Sogni senza limite”, prevede la partecipazione di 700 comparse e naturalmente un carro. Il tema di quest’anno sarà la Mitologia.
C’è grande rivalità fra i vari gruppi naturalmente ed i preparativi avvengono quasi di nascosto, in segreto, per non far sapere agli altri come saranno i costumi, le musiche, i balli e così via. Si riuniscono tutti i giorni per provare e riprovare, finché non riusciranno a raggiungere un grado di preparazione soddisfacente. Tutti i partecipanti mettono grandissima energia in questa occasione e non si perdono un giorno di prove, essendo straordinariamente puntuali …. ossia, fanno quello che normalmente non fanno mai 🙂

Un’intera popolazione di indole super pigra, che improvvisamente si risveglia e si scatena ed è pronta a sottostare a regole anche severe, pur di poter partecipare e riuscire a creare un evento che in genere risulta molto bello da vedere.

In febbraio sono parecchi i turisti che si riversano a Mindelo per assistere alle sfilate ed in quei giorni si vive in città un clima straordinario che vale la pena vedere.

Tutte le isole e tutte le cittadine comunque fanno il loro carnevale, il tono è certamente minore in quanto non ci sono possibilità finanziarie, ma ugualmente le feste si sprecano 🙂 se venite a SNicolau per carnevale, non mancherete di divertirvi in ogni caso!

A Tarrafal, ci sono un paio di persone che si incaricano di cucire i costumi; sono praticamente le stesse che fanno le divise per la scuola quando inizia l’anno scolastico 🙂 I costumi risultano in genere parecchio scadenti, ma loro li indossano con tanta felicità, che tutto l’insieme fa tenerezza. Poi c’è qualche fortunata/o che si può permettere un costume confezionato magari a Sao Vicente, ma si contano sulle dita …

Ricordo l’anno passato di aver avuto una conversazione con ragazzi e ragazze di Tarrafal, che mi raccontavano i loro sforzi per il carnevale; Mi hanno fatto capire che questa festa in realtà non è per essere più belli, non importa se sei magra, con il corpo da modella o grassa come una botticella, non importa se il tuo costume è costato tanti soldi o se è uno straccetto, l’importante è il divertimento, è che si sta tutti insieme, si balla e si gira tutta la città, si sta in strada tutta la notte e divertirsi è lo scopo vero ed unico 🙂

Filosofia spensierata di gente spensierata che prende la vita in modo molto diverso da noi e che pur non essendo scevra da problemi, è forse una “buona vita”.

Aspettiamo questo Carnevale, vi farò avere qualche foto o qualche video se proprio non volete prendervi una vacanza 🙂

Carne Bovina

Forse non tutti sanno come funziona ancora adesso l’approvvigionamento di carne a Capo Verde.

I proprietari delle bestie, le lasciano generalmente libere perché possano trovare un poco di erba da pascolare e le bestie fanno anche chilometri in giro per l’isola, ostacolando a volte la circolazione delle vetture sulle strade …

Quando decidono che è ora di uccidere una mucca, vengono in “città” e passano casa per casa a chiedere chi vuole carne. Annotano su un quaderno le prenotazioni ed alla fine del giro, se sono riusciti a vendere tutta la bestia, la macelleranno, altrimenti aspetteranno e faranno un altro giro dopo un po’ di tempo.

Quando macellano, ti portano a casa la carne che hai prenotato ed è ovviamente carne di bestia appena macellata che non ha passato nessun tipo di controllo veterinario.

Ognuno ammazza le proprie bestie dove gli pare, malgrado esistano i mattatoi, che restano molto poco frequentati …
Proprio in questi giorni il Municipio di Sao Vicente ha preso la decisione di fare una campagna di sensibilizzazione molto forte, per convincere gli allevatori a servirsi del mattatoio.

Utilizzando queste strutture gli allevatori avrebbero a disposizione le attrezzature, un certo livello di igiene e i controlli del caso.

C’è da sperare che la sensibilizzazione serva, perché è difficile per loro abbandonare le loro abitudini e capire che l’igiene ed i controlli sanitari in questo campo sono molto importanti.
Questo sarà un altro piccolo grande passo verso il progresso che si farà sicuramente. Diamogli un poco di tempo 😉

Rapporti di coppia

A Capo Verde, la gente giovane è in stragrande maggioranza, per le strade si vedono quantità di ragazzi e ragazze.

Fin dalla prima volta che venni qui, mi stupì il fatto che con tanti giovani in giro, non si vedessero delle coppie. Nel mondo occidentale, è usuale vedere coppie di ragazzi camminare per strada abbracciati o mano nella mano, seduti sui muretti a scambiarsi affettuosità … qui non si vede niente del genere.

Dopo aver meglio conosciuto il posto, ho capito che questo si deve ad una sostanziale differenza di comportamento.

Non succede che una coppia passi parecchio tempo da sola, in genere escono in gruppo con gli amici e le amiche. Anche se magari due che dicono di essere fidanzati vanno a ballare, poi ognuno di loro ballerà con tanti altri e farà anche qualche ballo con il suo “amato Bene”, ma possono anche passare la serata senza mai stare vicini.

Le coppie sposate idem, vanno magari a ballare, entrano e lei si va a sedere dove c’è qualche amica mentre lui farà il giro del locale in cerca di amici con i quali passerà la sera bevendo in abbondanza e poi inviterà a ballare diverse altre ragazze, mentre la moglie seduta al suo posto, farà anche lei qualche giro con qualche amico.

La discoteca poi è ancora più particolare … in genere strapiena di ragazze e uomini giovani e meno giovani. Tutti ballano con tutti naturalmente, l’alcol non può mancare e le ragazze non si fanno tanto pregare per uscire un momentino e fare una scappata in spiaggia per avere un po’ di intimità … tantissimi bambini sono figli di questi frequenti “momenti di intimità” 😉

Per l’uomo è motivo di orgoglio avere parecchi figli fin da giovane e non importa che siano della stessa madre; dal canto loro le ragazze, hanno quasi tutte più figli da più uomini che poi non è che convivano con loro. Non ci pensano neanche a sposarsi o mettersi insieme: lei porterà il figlio a casa dalla sua mamma che la aiuterà ad allevarlo. Ci sono quantità di case dove le nonne tirano avanti con 6 o 7 nipotini, mentre le giovani mamme (quasi sempre prive di lavoro) continuano ad andare in discoteca e in giro per ogni dove con tutti quanti 🙂 L’importante è avere almeno un figlio quando si è ancora molto giovani, perché in caso contrario … si viene pure criticate. “Ma come mai, hai già 20 anni e neanche un figlio?”

Quando una coppia decide invece di sposarsi, la situazione rimane piuttosto strana per i nostri parametri.
Infatti con la moglie non è che ci sia questa gran complicità, lei starà dietro a figli e casa, mentre lui continuerà nelle sue scorribande con gli amici. Lui potrà avere altri figli da altre donne anche dopo sposato e la moglie accetta anche questo. Ogni tanto usciranno anche insieme, ma non ho mai visto una coppia scambiarsi anche solo una carezza durante una cena o una festa tra amici.

Bisogna comunque ricordare che questo popolo, ha radici africane e le tribù dell’Africa da cui discendono sono sempre state poligame. La colonizzazione portoghese ha portato il Cristianesimo, ma loro non hanno dietro le spalle secoli di restrizioni dettate dalla Chiesa. Sono diventati cristiani, ma il loro modo di esserlo risente ancor oggi tantissimo di ataviche tradizioni dettate dalle antiche religioni animiste,difficili da sradicare.

San Francesco

San Francesco è il Santo patrono di Tarrafal di S.Nicolau.
E’ una delle feste molto sentite qui e in genere prevede tre giorni di festeggiamenti e avvenimenti vari.
La caratteristica principale di questa festa è sempre stata la processione in mare, che si effettua dopo la messa solenne, con l’uscita in mare della statua del Santo, accompagnato dai fedeli che vengono sistemati su varie barche, in genere quelle dei pescatori.

Negli ultimi due anni non è stata fatta la processione per motivi sconosciuti, ma quest’anno, fin dal 29 agosto scorso, il nuovo sindaco di Tarrafal, ha avuto un incontro con il parroco, allo scopo di accordarsi per ripristinare questo evento che sta a cuore a tutti i cittadini e si è detto disponibile a collaborare in tutto per far si che non andasse perduta quest’antica tradizione.

Bene, ieri era il giorno di S.Francesco ed io ho pensato di scendere al porto per scattare qualche foto. Non avrei partecipato alla messa perché dura un’eternità e non sono un’entusiasta frequentatrice, ma mi sono messa d’accordo con un’amica capoverdiana, la quale mi avrebbe avvisata telefonicamente quando a messa ultimata, la processione si sarebbe avviata …
Era l’una del pomeriggio quando la celebrazione ultimò ed io ricevetti la telefonata che mi avvisava che stavano partendo in quel momento in processione verso il porto.

Sole a picco, niente vento e il solito gran caldo di quell’ora! Macchina fotografica a tracolla parto e attraverso tutta Tarrafal da casa mia fino al porto. Arrivo e trovo una gran quantità di gente in attesa dell’arrivo di tante altre persone che giungevano dalla chiesa … mi guardo intorno e non vedo nessuna barca addobbata (in genere le barche vengono decorate con bandierine colorate e ammennicoli vari).

Arriva il parroco in testa alla processione e … SORPRESA!!! l’uscita in mare non si fa! 😉

Ecco, dirlo prima no? E poi, il sindaco, metterci almeno la faccia no? Ma la domanda che tutti avevano sulle labbra era: perché? il parroco a questo punto, arrampicandosi letteralmente sui vetri, spiega che non si può fare perché in porto sono presenti delle navi che stanno scaricando ed è inagibile.

Ora, dovete sapere che le navi da carico stazionano nel porto, ma la banchina da cui era prevista la partenza non è quella, bensì quella dei pescatori dalla quale sarebbe stato possibilissimo imbarcarsi.
Semplicemente non era stata contrattata nessuna barca per effettuare l’uscita della processione (altrimenti le barche sarebbero state preparate e decorate prima) non si sa cosa sia successo naturalmente, magari il Comune che è pieno di debiti non voleva spendere neanche quei quattro soldi per le barche? ma allora perché fare un incontro col parroco e farsi fotografare mentre dichiara che vuole ripristinare le antiche tradizioni? E il Parroco … perché non dirlo già durante la messa che l’uscita in mare non si sarebbe fatta?

Conclusione: Niente processione, niente foto. Un applauso all’ennesimo evento che viene sapientemente organizzato e gestito in questo Paese 🙂

Il festival musicale è un avvenimento che manda letteralmente in visibilio i capoverdiani. Quest’anno, per colpa della mancanza di fondi, sono stati cancellati diversi festivals tra cui quello di Sal e quello di S.Nicolau.


L’isola di Sao Vicente, che sembra essere un tantino meglio gestita dal suo Comune, non ha rinunciato alla sua manifestazione annuale più importante.

Il Festival che si tiene a Mindelo, sull’enorme spiaggia di Bahia das Gatas, ha richiamato sull’isola una quantità impressionante di gente proveniente dalle altre isole, nonché di emigranti che si trovavano qui in vacanza e di turisti.

Per tre giorni la città di Mindelo è stata animata di giorno e di notte da musica, balli e abbondanti libagioni e la manifestazione che ospitava cantanti e gruppi musicali sia nazionali che stranieri, è stata un grande successo.

Il festival è sicuramente uno spettacolo da non perdere se si viene qui in vacanza. Lo scenario della grande spiaggia di notte, le “barracas” che vendono cibo e bevande, i gruppi musicali decisamente “coloriti”, i generi che variano dalla musica tradizionale al hip hop …. ce n’è per tutti i gusti!!!! 🙂 Un’occasione per vedere come amano divertirsi i capoverdiani e perché no? divertirsi con loro!!

La festa di San Pedro

http://www.snnoticias.com/index.php?option=com_content&view=article&id=480:reportagem-festa-de-sao-pedro-em-ribeira-brava&catid=19:actualidade&Itemid=25

Dal video che trovate all’indirizzo qui sopra, potete farvi un’idea di una tipica festa tradizionale di São Nicolau.
Questa è la festa che si tiene tutti gli anni a fine giugno a Ribeira Brava. La gente arriva da ogni angolo dell’isola per non perdersi questi giorni di giochi, corse di cavalli, mangiate e bevute a non finire, tutto condito dalla musica tradizionale e dai balli che proseguono per tutta la nottata.
E’ una delle tante feste tipiche di quest’isola ancora molto legata alle sue antiche tradizioni ed è una garanzia di divertimento dal sapore ruspante anche per i turisti 🙂

Il Randagismo

http://www3.lastampa.it/lazampa/articolo/lstp/458896/

E’ dello scorso mese di giugno questo l’articolo qui sopra, che parla del fenomeno del randagismo a Capo Verde.
A parte qualche esagerazione (cani accoltellati, fucilati, impiccati …) è vero che ci sono parecchi cani randagi ed è altrettanto vero che per la popolazione è forse l’ultima preoccupazione, essendo che con tutte le difficoltà di vita e la povertà, hanno forse molto altro a cui pensare prima.
E’ altrettanto vero però che la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali (parole di Gandhi).
Sinceramente trovo barbara l’usanza di spargere veleno per le strade, anche perché queste famigerate polpette potrebbero anche finire in bocca a dei bambini, inoltre succede spesso che vengano avvelenati cani di proprietà, che pagano regolare tassa al comune per il proprio animale.
L’Unione Europea aveva stanziato dei fondi per aiutare associazioni di volontariato (italiane) che si prefiggevano lo scopo di una sterilizzazione di massa per arginare il problema in modo civile ed indolore per le povere bestie, ma le amministrazioni locali, sicuramente hanno pensato che quei soldi erano sprecati e sarebbero serviti meglio ad altri scopi … per cui pare che ora i volontari si trovino in grandi difficoltà a proseguire nel loro lavoro.
Questa è davvero una dimostrazione da parte delle pubbliche amministrazioni, di scarsissima civiltà. Io comprendo le difficoltà che tanta gente qui trova per tirare avanti, comprendo che un cane per tanti di loro non rappresenta nulla, ma se è vero che l’esempio vien dall’alto … allora un sindaco, un presidente, non dovrebbero dare simili esempi, ma dovrebbero impegnarsi per insegnare alla gente a fare un passo avanti verso la civiltà. Il Governo copia dall’Europa (sono ben stati capaci di istituire una tassa per l’animale da compagnia), ma non è mai stata fatta una campagna d’educazione in questo senso.
E’ la stessa storia delle case date dal Governo ai meno abbienti, gli hanno fatto i bagni, ma loro continuano ad andare per le strade e lungo i torrenti asciutti per le loro necessità. Perché non insegnare a questa gente?
Menefreghismo? Mancanza di professionalità? Si pensa tanto ad incentivare il turismo ma non si fa nulla per far progredire il popolo.
Sarebbe bello sentire le vostre opinioni al riguardo.
lu

“Finalistas”

Proprio in questi giorni, si assiste ad un gran fermento tra la popolazione perché sono finite le scuole e tutti i bambini e ragazzi che hanno frequentato l’ultimo anno della loro scuola, fanno grandi festeggiamenti.
Incredibile vedere come bimbi di 5 anni che hanno finito l’asilo, vengano vestiti con mantella e tocco, proprio come gli studenti del college americano. E poi l’ultimo anno delle elementari, per finire con l’ultimo del Liceo come lo chiamano qui, ma che non ha nulla da spartire con il nostro liceo 🙂 (può corrispondere al massimo ad una terza media)
Le madri ed i padri si vestono elegantissimi per partecipare a queste cerimonie di consegna dei diplomi, ne sono fierissimi e per nulla al mondo rinuncerebbero a queste feste scolastiche. Sono disposti a spendere l’ira di Dio, è una gara a chi fa di più e si veste con più addobbi 🙂
La cosa ha quasi dell’incredibile se si pensa che siamo in un Paese povero e che in molte famiglie non c’è un’entrata sicura di denaro … non importa, i soldi se li fanno prestare, mangeranno solo riso per un mese, qualcosa si inventano, ma la festa qui è sempre la cosa primaria.
Questo la dice lunga sul modo di affrontare la vita … non si preoccupano neanche un poco eppure … arrivano lo stesso dappertutto!!!! 🙂